GIOTTO
La nascita della pittura moderna
Giotto nasce a Colle di Vespignano, vicino Firenze, nel 1267 circa e muore a Firenze nel 1337, quindi fra il XIII e XIV secolo. Nei suoi settant’anni di vita è uno dei maggiori protagonisti della scena pittorica italiana, divenendo di fatto il punto di riferimento per la grande evoluzione artistica toscana che porterà al Rinascimento. La sua opera costituisce uno dei punti di svolta nella Storia dell'Arte. Prima di lui il peso e l'influenza dell'arte Bizantina restituiva un'idea di uomo e di Dio totalmente diversa da quella che sarà interpretata da questo grande pittore. Se vogliamo utilizzare un linguaggio religioso possiamo dire che con Giotto il divino si fa umano ed è naturale pensare a Cristo simbolicamente, che non a caso l'artista dipinge spesso, nel 1290 anche sofferente sul Crocifisso di Santa Maria Novella. I personaggi dei suoi affreschi infatti esprimono esplicitamente sentimenti, sono sempre abitati da un atteggiamento psicologico ben delineato. La gioia, il dolore, l'invidia si mostrano sui volti dei personaggi dipinti con grande espressività, a differenza di quanto accadeva nel medioevo. Anche lo spazio e la natura non sono più simbolici, idealizzati, bidimensionali, ma cercano nel naturalismo, un cammino di avvicinamento alla nostra percezione visiva, che avrà il suo coronamento nel Rinascimento.
Punti fondamentali nella pittura di Giotto sono:
1. la resa dell'emotività e dei caratteri psicologici dei personaggi nella rappresentazione.
2. la spazialità ed i primi tentativi di prospettiva intuitiva.
3. l'identificazione e l'immedesimazione del fruitore con l'opera.
4. la tecnica dell'affresco e la coesione fra spazio architettonico e pittorico.
5. l'ispirazione alla classicità.
La tecnica prediletta dall'artista sarà l'affresco e possiamo riassumere in questa mappa le sue opere più importanti. Vista la discussione aperta sulla effettiva partecipazione di Giotto al ciclo di affreschi nella Basilica Superiore di Assisi, concentriamo la nostra attenzione sulla Cappella degli Scrovegni di Padova. La cappella degli Scrovegni è una piccola chiesa interamente affrescata da Giotto a Padova. La decorazione fu realizzata tra il 1303 e il 1305, su commissione di Enrico Scrovegni, uno dei più rappresentativi e ricchi personaggi della borghesia mercantile emergente nella Padova di quegli anni. Gli affreschi si distinguono per un perfetto chiaroscuro e le figure sono delineate con realismo. Negli affreschi di Padova si nota anche la rappresentazione dello scorcio nel volto umano. Nella pittura medievale, e in quella bizantina in particolare, i volti sono invece sempre in posizione frontale. Negli affreschi di Assisi si nota, come in altri esempi di pittura italiana del tempo, la volontà dei pittori di svincolarsi da questo obbligo di frontalità, e le figure e i volti vengono rappresentati anche di profilo o da angolazioni diverse. Giotto a Padova va oltre. Non si limita al profilo, ma inclina i volti rappresentandoli per la prima volta da sotto in su. Lo si vede ad esempio nelle teste dei soldati romani addormentati al Sepolcro di Cristo. È questa il primo esempio nella Storia dell'Arte. Evidentemente lo sguardo di Giotto è anche legato in termini estetici alla classicità, ed alla classicità rimanda, nell'abbigliamento dei personaggi e nel profilo dei volti, nella cura inedita per armonia e proporzioni, nella gestualità di matrice ellenistica. Per questi motivi possiamo lecitamente sostenere che Giotto incarni l'inizio della pittura moderna in Occidente. Ricordiamo la sua opera come architetto nel campanile del Duomo di Firenze. Una presentazione di tre miei allievi riassume la figura di Giotto. I ragazzi che l'hanno curata sono: Francesco Tavoni, Filippo GIordano e Simone Panari.
La visita alla Cappella degli Scrovegni di Padova o al museo degli Uffizi a Firenze, permette di conoscere l'opera Giottesca nelle sue basi e di apprezzarne la carica innovativa, magari confrontandola con la pittura conservata nella Pinacoteca di Siena.
Giotto nasce a Colle di Vespignano, vicino Firenze, nel 1267 circa e muore a Firenze nel 1337, quindi fra il XIII e XIV secolo. Nei suoi settant’anni di vita è uno dei maggiori protagonisti della scena pittorica italiana, divenendo di fatto il punto di riferimento per la grande evoluzione artistica toscana che porterà al Rinascimento. La sua opera costituisce uno dei punti di svolta nella Storia dell'Arte. Prima di lui il peso e l'influenza dell'arte Bizantina restituiva un'idea di uomo e di Dio totalmente diversa da quella che sarà interpretata da questo grande pittore. Se vogliamo utilizzare un linguaggio religioso possiamo dire che con Giotto il divino si fa umano ed è naturale pensare a Cristo simbolicamente, che non a caso l'artista dipinge spesso, nel 1290 anche sofferente sul Crocifisso di Santa Maria Novella. I personaggi dei suoi affreschi infatti esprimono esplicitamente sentimenti, sono sempre abitati da un atteggiamento psicologico ben delineato. La gioia, il dolore, l'invidia si mostrano sui volti dei personaggi dipinti con grande espressività, a differenza di quanto accadeva nel medioevo. Anche lo spazio e la natura non sono più simbolici, idealizzati, bidimensionali, ma cercano nel naturalismo, un cammino di avvicinamento alla nostra percezione visiva, che avrà il suo coronamento nel Rinascimento.
Punti fondamentali nella pittura di Giotto sono:
1. la resa dell'emotività e dei caratteri psicologici dei personaggi nella rappresentazione.
2. la spazialità ed i primi tentativi di prospettiva intuitiva.
3. l'identificazione e l'immedesimazione del fruitore con l'opera.
4. la tecnica dell'affresco e la coesione fra spazio architettonico e pittorico.
5. l'ispirazione alla classicità.
La tecnica prediletta dall'artista sarà l'affresco e possiamo riassumere in questa mappa le sue opere più importanti. Vista la discussione aperta sulla effettiva partecipazione di Giotto al ciclo di affreschi nella Basilica Superiore di Assisi, concentriamo la nostra attenzione sulla Cappella degli Scrovegni di Padova. La cappella degli Scrovegni è una piccola chiesa interamente affrescata da Giotto a Padova. La decorazione fu realizzata tra il 1303 e il 1305, su commissione di Enrico Scrovegni, uno dei più rappresentativi e ricchi personaggi della borghesia mercantile emergente nella Padova di quegli anni. Gli affreschi si distinguono per un perfetto chiaroscuro e le figure sono delineate con realismo. Negli affreschi di Padova si nota anche la rappresentazione dello scorcio nel volto umano. Nella pittura medievale, e in quella bizantina in particolare, i volti sono invece sempre in posizione frontale. Negli affreschi di Assisi si nota, come in altri esempi di pittura italiana del tempo, la volontà dei pittori di svincolarsi da questo obbligo di frontalità, e le figure e i volti vengono rappresentati anche di profilo o da angolazioni diverse. Giotto a Padova va oltre. Non si limita al profilo, ma inclina i volti rappresentandoli per la prima volta da sotto in su. Lo si vede ad esempio nelle teste dei soldati romani addormentati al Sepolcro di Cristo. È questa il primo esempio nella Storia dell'Arte. Evidentemente lo sguardo di Giotto è anche legato in termini estetici alla classicità, ed alla classicità rimanda, nell'abbigliamento dei personaggi e nel profilo dei volti, nella cura inedita per armonia e proporzioni, nella gestualità di matrice ellenistica. Per questi motivi possiamo lecitamente sostenere che Giotto incarni l'inizio della pittura moderna in Occidente. Ricordiamo la sua opera come architetto nel campanile del Duomo di Firenze. Una presentazione di tre miei allievi riassume la figura di Giotto. I ragazzi che l'hanno curata sono: Francesco Tavoni, Filippo GIordano e Simone Panari.
La visita alla Cappella degli Scrovegni di Padova o al museo degli Uffizi a Firenze, permette di conoscere l'opera Giottesca nelle sue basi e di apprezzarne la carica innovativa, magari confrontandola con la pittura conservata nella Pinacoteca di Siena.