IL RINASCIMENTO MATURO.
Il secondo Rinascimento si caratterizza per la presenza di tre grandissimi artisti e per il sedimentarsi delle conquiste del secolo precedente a cui corrisponde una maggiore instabilità politica ed un maggiore tormento spirituale, che si manifesterà in tutta la sua forza con la riforma Protestante di Martin Lutero.
Leonardo da Vinci (Vinci, 1452 - Amboise, 1519)
«Io credo che invece che definire che cosa sia l'anima, che è una cosa che non si può vedere, molto
meglio è studiare quelle cose che si possono conoscere con l'esperienza, poiché solo l'esperienza non
falla.E laddove non si può applicare una delle scienze matematiche, non si può avere la certezza.»
Leonardo da Vinci
Leonardo è uno dei più noti artisti rinascimentali italiani, il cui mito supera la sua realtà storica, per divenire nell’immaginario collettivo, il simbolo stesso della genialità. Ci sono due modi di intendere il genio: come irrazionale e misteriosa intuizione o come grande lucidità di applicazione degli strumenti della razionalità. Non c’è dubbio che Leonardo era un genio di questo secondo tipo. La sua attività non è mai stata esclusivamente artistica e lo ha portato a occuparsi di moltissimi campi, oggi rientranti nell’ambito delle scienze o dell’ingegneria. Uomo eclettico per natura, si è interessato di tutto, sacrificandovi spesso anche la sua attività artistica che, in effetti, è stata abbastanza esigua e limitata ad un ridotto numero di opere pittoriche. Tuttavia la sua grande arte ha avuto una notevole influenza (La Scapigliata), a volte anche in maniera indiretta, in quanto la sua attività ha indubbiamente influenzato i due maestri Rinascimentali più imitati di tutti: Michelangelo e Raffaello. Ad esempio con la sua Sant'Anna la Madonna ed il bambin Gesù e l'attenzione per una composizione piramidale ed una espressività affettiva, di cui conserviamo anche il cartone che prelude all'opera definitiva (conservato alla National Gallery). In campo artistico Leonardo è stato un incessante sperimentatore, a volte in campo stilistico a volte in campo tecnico. Gli esperimenti tecnici da lui compiuti non sono stati sempre efficaci: nel caso dell’Ultima Cena, forse la sua opera pittorica più importante, proprio lo sperimentare nuove tecniche su colori e fissanti lo ha portato a scelte rivelatesi in poco tempo errate, al punto da compromettere la conservazione dell’opera.
I tratti essenziali della sua pittura:
1) SFUMATO, PROSPETTIVA AEREA Leonardo fu il primo a capire il perché l’uomo ha due occhi e non uno. Possedere due occhi ci permette, in sintesi, di avere una migliore percezione della spazialità che ci circonda, in quanto le due immagini che i due distinti recettori inviano al cervello, consentono a quest’ultimo di misurare immediatamente la distanza che ci separa dagli oggetti che stiamo osservando. Si tratta di un meccanismo che può essere approssimativamente paragonato a quello della “messa a fuoco” negli apparecchi fotografici. Se in pratica vedo nitidamente gli oggetti in primo piano, non posso vedere con la stessa nitidezza gli oggetti più lontani, o viceversa. Da qui nacquero diverse riflessioni di Leonardo sul fatto che la semplice prospettiva lineare, o geometrica, non poteva bastare a dare una corretta rappresentazione della tridimensionalità. Occorreva considerare anche la “messa a fuoco”: da qui nacque la sua tecnica dello sfumato, che grande influenza produsse negli artisti successivi. In pratica si trattava di rendere più sfumate (o sfocate) le immagini che si ponevano sui piani di profondità progressivamente più lontani. Ad esempio nella Gioconda (immagine) si nota nel paesaggio alle spalle della figura l'utilizzo di questa tecnica ed anche nella Vergine delle Rocce, qui nella versione conservata a Londra.
2) NIENTE LINEE DI CONTORNO Abolire la linea di contorno significava far venir meno la razionalità principale dell’immagine che si esprime nel disegno, e ciò per un artista come Leonardo non era assolutamente possibile. Ecco così che egli supera il problema rendendo il contorno impercettibile perché assorbito dal passaggio tra luce ed ombra. In pratica, osservando un qualsiasi quadro di Leonardo, appare evidente che egli alterna sapientemente zone chiare a zone scure, in modo da non dover mai rendere visibile la linea del disegno.
3) PENETRAZIONE PSICOLOGICA DEI PERSONAGGI RITRATTI
Evidentemente Leonardo intende penetrare l'animo dei soggetti che ritrae. Sia nella "Belle ferroniere" che nella "Dama con l'ermellino" appare con evidenza uno scavo psicologico dei personaggi ed un riferimento alla pittura fiamminga nel come viene affrontato il tema del ritratto. Lo stesso può esser detto anche per la Gioconda. Qui un commento de la "Dama con l'ermellino".
4) PASSIONE SCIENTIFICA
Molte e variegate le testimonianze della passione di Leonardo per l'analisi scientifica, anatomica ed esperienziale della natura e degli esseri che la popolano, a partire dall'uomo. Nel corso della sua esistenza, l'osservazione e l'esperienza diretta data dall'osservazione come metodo è ben testimoniata da un corpus importante di disegni ed annotazioni, di carattere più ingegneristico e scientifico oltre che artistico.
Qui puoi seguire una videolezione introduttiva all'arte di Leonardo da Vinci preparata dal tuo prof. di Arte.
Raffaello Sanzio, (Urbino 1483 - Roma 1520) rappresenta il pittore Rinascimentale per eccellenza: quello che più d’ogni altro ha portato la pittura ai suoi livelli massimi di bellezza e armonia. Artista di solare personalità, visse la sua vita d’artista con grande impegno e continuità rivelando sempre una felicità di intuizione e una facilità di esecuzione che ha davvero dell’incredibile, tanto da meritargli già in vita l’appellativo di divino. Nel 1504 era a Firenze dove ebbe modo di entrare in contatto per la prima volta con i due maggiori artisti fiorentini viventi: Leonardo e Michelangelo. Furono anni di intensa attività ma anche di grande studio, che permisero al giovane pittore di assimilare la grande lezione della pittura fiorentina del Quattrocento. Ad influenzarlo, come nella Madonna del Cardellino in questa fase fu soprattutto Leonardo (la cui arte si esplicava soprattutto nella pittura) di cui porterà un costante ricordo stilistico in tutta la sua produzione successiva. Nel 1508 si trasferì a Roma dove, grazie a Donato Bramante, urbinate come lui, entrò nel giro degli artisti protetti da papa Giulio II. Fu il pontefice ad affidargli una delle più grandi occasioni per dimostrare la sua grande qualità: gli affreschi delle Stanze Vaticane. Morto Giulio II nel 1513, con il nuovo pontefice Leone X, l’importanza di Raffaello crebbe a dismisura. Nel 1514, alla morte di Bramante, fu nominato architetto della Basilica di San Pietro. Raffaello progettò una chiesa a pianta longitudinale che però non venne lo stesso realizzata per la sua prematura scomparsa avvenuta il 6 aprile del 1520 all’età di trentasette anni.
I tratti essenziali della sua pittura:
1) IL CLASSICISMO
Raffaello è attratto dall'arte classica come fonte di un bello ideale che lo stesso artista cercava nel suo lavoro d'artista e appassionava il suo sguardo. Il ciclo di affreschi nelle stanze Vaticane è il culmine di questa ricerca d'equilibrio ed imperturabile bellezza, Esempio aureo di questo approccio è la Scuola di Atene nelle stanze Vaticane. Qui un'immagine dell'affresco
2) LA PROSPETTIVA GEOMETRICA
E' conseguentemente il modo in cui Raffaello rappresenta lo spazio, spazio che non ha la consistenza “materica” di Leonardo da Vinci, ma risponde alla perfezione geometrica ed a questa rimanda per farsi bellezza e soprattutto armonia umana e sovraumana. Un esempio chiaro in proposito è lo Sposalizio della Vergine, con alle spalle un tempio di chiara matrice Bramantesca. Qui un'immagine del dipinto
3) LA BELLEZZA IDEALIZZATA
Diventa in Raffaello anche sensualità come nella Fornarina . Una sottile esplorazione della femminilità come simbolo di redenzione, ma anche di desiderio e raffinata introspezione psicologica. In Raffaello risplende un'umanità da cui sembravano voler fuggire Leonardo e Michelangelo, un amore per la vita e per le sue manifestazioni a loro sconosciuto. Spesso accostiamo l'aggettivo di solare a questo grandissimo artista con una sensibilità particolare per le figure femminile, su tutte il tema della Madonna che dipingerà per tutta la vita con risultati sorprendenti per espressività, perfezione nella rappresentazione e sensibilità espressiva. Segnaliamo a titolo d'esempio la Madonna della Seggiola e la Madonna Sistina.
4) LE GRANDISSIME DOTI TECNICHE
La fortuna di Raffaello Sanzio si radica in una non comune capacità tecnica, si pensi ad esempio alla Velata nel cogliere e rendere le forme in armonia con lo spazio ed in un equilibrio cromatico difficile da imitare.
Qui puoi seguire una videolezione introduttiva all'arte di Raffaello Sanzio preparata dal tuo prof. di Arte.
Michelangelo Buonarroti (Caprese 1475, Roma 1564) è stato sicuramente l’artista rinascimentale che grazie all’enorme ed intensa produzione artistica (che ha toccato sia la scultura, sia la pittura e l’architettura) ha prodotto la più grande influenza sull’arte dei contemporanei e dei posteri. A differenza di Leonardo, che ha rappresentato il modello di artista caratterizzato più dall’ansia del sapere e dagli aspetti teorici dell’arte, Michelangelo ha invece un carattere ed una personalità completamente diversa: quella dell’artista tormentato da una insaziabile ansia di creare e di fare. La formazione umana e artistica di Michelangelo avviene nella Firenze di Lorenzo il Magnifico. Ad influenzarlo non è tanto l’idea che la bellezza è il riflesso delle qualità morali, quanto il conflitto tra idea e materia che nella sua opera sarà sempre presente. In pratica per Michelangelo sia la bellezza sia le qualità morali, sono ideali astratti che non riescono a darsi compiutamente perché condizionati dalla imperfezione della materia, di cui siamo fatti sia noi sia le opere che creiamo. Un conflitto tra perfezione e sua ricerca, impossibile da risolvere, ma che non esime l’artista dal provarci quasi come prezzo da pagare per un traguardo non terreno, che esplica la profonda tensione religiosa che accompagnerà sempre la vita di Michelangelo. A Roma realizza nel 1499 uno dei suoi più celebri capolavori: la Pietà Vaticana (qui un'immagine della scultura), oggi collocata nella Basilica di San Pietro, opera che ne accresce a dismisura la fama, pur essendo un giovane di appena ventiquattro anni. Nel 1501 non ancora trentenne scolpisce il David, opera che ne sedimenta la fama e l'ispirazione all'arte classica. Qui un'immagine della scultura. Su incarico di papa Giulio II, Michelangelo realizzava tra il 1508 e il 1512, l’affresco della volta della Cappella Sistina (qui un particolare) a cui seguirà il Giudizio Universale (qui una visita virtuale alla Cappella Sistina). Nel 1513 ascendeva al soglio di San Pietro, con il nome di Leone X, Giovanni de’ Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico. Nel 1513 ascendeva al soglio di San Pietro, con il nome di Leone X, Giovanni de’ Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico. La sua attività di architetto lo portò a curare importanti progetti nella città eterna, quali la sistemazione della piazza del Campidoglio, il completamento di palazzo Farnese, la trasformazione del tepidarium delle terme di Diocleziano nella basilica di Santa Maria degli Angeli. Ma il progetto di maggior importanza e significato fu quello della Basilica di San Pietro in Vaticano.
1) IL CORPO COME STRUMENTO ESPRESSIVO
Negli affreschi della Sistina e del Giudizio Universale il corpo umano diventa protagonista ed esprime nelle posizioni, nelle contrazioni e nei gesti un alfabeto di stati d'animo di efficacia immediata e drammatica. Michelangelo riesce a trasmettere tutta la forza del corpo come strumento espressivo. Un particolare del Giudizio evidenzia questa poetica e lo stesso possiamo dire del Tondo Doni (qui un'immagine del dipinto)
2) LA SCULTURA COME SFIDA CON LA MATERIA
In pratica per Michelangelo sia la bellezza sia le qualità morali, sono ideali astratti che non riescono a darsi compiutamente perché condizionati dalla imperfezione della materia, di cui siamo fatti sia noi sia le opere che creiamo. In questa sfida, Michelangelo si impegna attraverso la scultura e nelle molte sue opere incompiute sottolinea questo dissidio (ad esempio nelle statue incompiute per la tomba di Giulio II, i "Prigioni").
3) L'OSSESSIONE PER L'IMPERMANENZA COME CARATTERISTICA DELLA CONDIZIONE UMANA
La morte ed il giudizio Divino sono il cardine di ogni opera dell'artista e niente può essere compreso del suo lavoro se partendo da una visione tragica dell'esistenza, tragica perché non si completa nella vita ma si slancia oltre, senza certezze o possibili pretese.
4) LA GRANDISSIMA E DRAMMATICA FORZA EMOTIVA
Emerge in ogni sua opera nella tensione verso Dio a cui fa da contraltare la sofferenza umana, simbolicamente rappresentata dalla Madonna in tutte e tre (1) (2) (3) le Pietà scolpite da Michelangelo.
5) LA MONUMENTALITA'
Come risulta chiara sia nel Michelangelo scultore, ma soprattutto nel Michelangelo architetto a cui si deve il progetto della cupola di San Pietro a Roma, la progettazione della piazza del Campidoglio a Roma, con al centro il monumento equestre di Marco Aurelio (oggi una copia dell'originale Romano) e Palazzo Farnese, sempre a Roma. Monumentalità che era già presente nel progetto per la biblioteca Medicea Laurenziana a Firenze.
Qui puoi seguire una videolezione introduttiva all'arte di Michelangelo Buonarroti preparata dal tuo prof. di Arte.
Essenziali opere di Leonardo da Vinci sono conservate al Louvre di Parigi (Gioconda, Vergine delle Rocce e Madonna, Sant'Anna e Bambin Gesù), i cicli di affreschi di Michelangelo e Raffaello possono essere ammirati a Roma nei Musei Vaticani. Naturalmente queste indicazioni non sono esaustive e non contemplano tutte le opere dei Maestri. L'ultima Cena di Leonardo, (prenotazione per la visita obbligatoria) come la Pietà Rondanini sono ad esempio conservate a Milano.