ARTE GRECA: architettura
Da
dall VIII al V secolo la ricerca di armonia e proporzioni in architettura.
GLI ORDINI ARCHITETTONICI
Il genio costruttivo Greco nasce da una civiltà che si è sviluppata a partire dal 2000 a.C. e si applicò principalmente alla costruzione di città, spesso autonome e denominate polis. I Greci colonizzarono buona parte dell'Italia meridionale, la Magna Grecia lasciando importantissime testimonianze. All'interno delle polis sorgevano edifici sacri: i templi. Il sistema costruttivo era quello trilitico. I Greci perfezionarono misure, proporzioni e forme delle colonne e della trabeazione. Questo insieme complesso di elementi prese il nome di «ordine architettonico». Gli ordini architettonici si uniformarono a tre tipologie: il dorico, lo ionico e il corinzio. Un ordine è costituito da una colonna con base, da un capitello e dalla trabeazione sovrastante. Nei tre diversi stili varia soprattutto la forma del capitello che ne definisce in maniera chiara l'identità: semplice nel dorico, con due volute nello ionico, a canestro con foglie d’acanto nel corinzio.
Punti fondamentali nell'architettura Greca:
1) Sistema di proporzioni a partire dal raggio o dal diametro della colonna. La modularità degli ordini architettonici sarà uno strumento progettuale, per controllare le dimensioni di una costruzione.
2) Ordini architettonici: dorico, ionico, corinzio.
3) Sistema costruttivo trilitico.
4) Utilizzo coerente della scultura con l'architettura.
5) Carattere simbolico degli edifici.
IL TEMPIO GRECO
Il tempio greco aveva una tipologia precisa: si costituiva di una stanza principale, naos, il luogo dove era conservata l’immagine della divinità cui era dedicato il tempio; a questo ambiente centrale, si affiancavano altri spazi, destinati a funzioni religiose; inizialmente l'edificio si presentava solo con un portico anteriore, che poi si estese a tutto l’edificio con un colonnato continuo, che costituirà l’immagine più tipica del tempio greco. Qui una planimetria di questa tipologia d'edificio.
I templi sorgevano in posizione dominante, rispetto alle residenze, in siti che prendevano il nome di acropoli, ma restavano edifici inaccessibili ai fedeli. Erano la dimora della divinità, e non edifici destinati ad accogliere fedeli ed erano accessibili solo a sacerdoti.
Le colonne saranno scanalate, così da creare effetti chiaroscurali di maggior evidenza rispetto ad una colonna liscia; non saranno dei perfetti cilindri, ma accentueranno la loro funzione statica e plastica restringendosi verso l’alto e rigonfiandosi ad un terzo dell’altezza (entasi); gli elementi decorativi si arricchiranno di sculture a basso rilievo nei frontoni, nelle metope e nei fregi continui. Notevolissimo il Partenone (449 a.C. - 432 aC.) dedicato alla dea Atena ed i cui lavori furono realizzati con la supervisione del noto scultore e architetto Fidia. Da ricordare che i templi erano dipinti con colori vivaci, con un aspetto diverso da come li conosciamo oggi.
IL TEATRO GRECO
Il teatro greco era composto da una gradinata, riservata agli spettatori con forma più ampia di un semicerchio ed era divisa in diversi settori da scale d'accesso ai sedili e da particolari ripiani, destinati a facilitare lo sfollamento; l'orchestra o luogo dove si muoveva e cantava il coro, era circolare e al centro aveva un altare che ricordava l'origine sacra delle rappresentazioni; il palcoscenico era costituito da una parete di fondo o scena (termine con cui oggi si è soliti indicare tutto il palcoscenico) e il proscenio o palco su cui recitavano gli attori. I teatri greci erano per lo più costruiti sul pendio di un terreno collinoso in modo da fare appoggiare direttamente i gradini sul terreno. A tal fine era quasi sempre sfruttato il pendio dell'acropoli, cioè di quella parte alta della città che era entro il centro urbano. Va infine notato che la forma ad imbuto della gradinata permetteva di offrire a tutti gli spettatori lo stesso rapporto di visibilità e di acustica rispetto al proscenio. Tra gli esempi più importanti il teatro Greco di Taormina in Sicilia.
Qui puoi seguire una videolezione introduttiva all'architettura Greca preparata dal tuo prof. di Arte.
Per chi vuole visitare in Italia le principali architetture della Grecia antica, che colonizzò buona parte dell'Italia meridionale, qui è stato creato un percorso stimolante e ben sintetizzato. Per concludere una bella mappa creata dalla mia studentessa Farhane Turia
dall VIII al V secolo la ricerca di armonia e proporzioni in architettura.
GLI ORDINI ARCHITETTONICI
Il genio costruttivo Greco nasce da una civiltà che si è sviluppata a partire dal 2000 a.C. e si applicò principalmente alla costruzione di città, spesso autonome e denominate polis. I Greci colonizzarono buona parte dell'Italia meridionale, la Magna Grecia lasciando importantissime testimonianze. All'interno delle polis sorgevano edifici sacri: i templi. Il sistema costruttivo era quello trilitico. I Greci perfezionarono misure, proporzioni e forme delle colonne e della trabeazione. Questo insieme complesso di elementi prese il nome di «ordine architettonico». Gli ordini architettonici si uniformarono a tre tipologie: il dorico, lo ionico e il corinzio. Un ordine è costituito da una colonna con base, da un capitello e dalla trabeazione sovrastante. Nei tre diversi stili varia soprattutto la forma del capitello che ne definisce in maniera chiara l'identità: semplice nel dorico, con due volute nello ionico, a canestro con foglie d’acanto nel corinzio.
Punti fondamentali nell'architettura Greca:
1) Sistema di proporzioni a partire dal raggio o dal diametro della colonna. La modularità degli ordini architettonici sarà uno strumento progettuale, per controllare le dimensioni di una costruzione.
2) Ordini architettonici: dorico, ionico, corinzio.
3) Sistema costruttivo trilitico.
4) Utilizzo coerente della scultura con l'architettura.
5) Carattere simbolico degli edifici.
IL TEMPIO GRECO
Il tempio greco aveva una tipologia precisa: si costituiva di una stanza principale, naos, il luogo dove era conservata l’immagine della divinità cui era dedicato il tempio; a questo ambiente centrale, si affiancavano altri spazi, destinati a funzioni religiose; inizialmente l'edificio si presentava solo con un portico anteriore, che poi si estese a tutto l’edificio con un colonnato continuo, che costituirà l’immagine più tipica del tempio greco. Qui una planimetria di questa tipologia d'edificio.
I templi sorgevano in posizione dominante, rispetto alle residenze, in siti che prendevano il nome di acropoli, ma restavano edifici inaccessibili ai fedeli. Erano la dimora della divinità, e non edifici destinati ad accogliere fedeli ed erano accessibili solo a sacerdoti.
Le colonne saranno scanalate, così da creare effetti chiaroscurali di maggior evidenza rispetto ad una colonna liscia; non saranno dei perfetti cilindri, ma accentueranno la loro funzione statica e plastica restringendosi verso l’alto e rigonfiandosi ad un terzo dell’altezza (entasi); gli elementi decorativi si arricchiranno di sculture a basso rilievo nei frontoni, nelle metope e nei fregi continui. Notevolissimo il Partenone (449 a.C. - 432 aC.) dedicato alla dea Atena ed i cui lavori furono realizzati con la supervisione del noto scultore e architetto Fidia. Da ricordare che i templi erano dipinti con colori vivaci, con un aspetto diverso da come li conosciamo oggi.
IL TEATRO GRECO
Il teatro greco era composto da una gradinata, riservata agli spettatori con forma più ampia di un semicerchio ed era divisa in diversi settori da scale d'accesso ai sedili e da particolari ripiani, destinati a facilitare lo sfollamento; l'orchestra o luogo dove si muoveva e cantava il coro, era circolare e al centro aveva un altare che ricordava l'origine sacra delle rappresentazioni; il palcoscenico era costituito da una parete di fondo o scena (termine con cui oggi si è soliti indicare tutto il palcoscenico) e il proscenio o palco su cui recitavano gli attori. I teatri greci erano per lo più costruiti sul pendio di un terreno collinoso in modo da fare appoggiare direttamente i gradini sul terreno. A tal fine era quasi sempre sfruttato il pendio dell'acropoli, cioè di quella parte alta della città che era entro il centro urbano. Va infine notato che la forma ad imbuto della gradinata permetteva di offrire a tutti gli spettatori lo stesso rapporto di visibilità e di acustica rispetto al proscenio. Tra gli esempi più importanti il teatro Greco di Taormina in Sicilia.
Qui puoi seguire una videolezione introduttiva all'architettura Greca preparata dal tuo prof. di Arte.
Per chi vuole visitare in Italia le principali architetture della Grecia antica, che colonizzò buona parte dell'Italia meridionale, qui è stato creato un percorso stimolante e ben sintetizzato. Per concludere una bella mappa creata dalla mia studentessa Farhane Turia
ARTE GRECA: SCULTURA
la ricerca di una perfezione esteriore corrispondente alla saggezza interiore
La produzione scultorea greca rappresenta, per noi moderni, la maggiore sintesi del loro spirito estetico. Produzione che anch’essa è andata in gran parte perduta, come è avvenuto per le opere pittoriche. Ma, pur non avendo più molti originali, (fra le eccezioni i bronzi di Riace e la Nike di Samotracia) le opere greche ci sono note grazie alle copie di epoca romana. Da esse è stato possibile ricostruire il percorso storico e l’evoluzione dell’arte scultorea Greca. Dividiamo la schematicamente le arti plastiche in tre periodi:
1) Arcaico (VI secolo a.C-480 a.C. circa) inizia l’autonomia del gusto greco dai riferimenti Egiziani, ancora visibili. Di questo periodo sono soprattutto le statue dei kouroi e delle kore, fanciulli di ambo i sessi che rappresentano probabilmente portatori di offerte alle divinità. Le statue qui raffigurate risentono ancora di chiare influenze orientali, soprattutto egizie, per la scelta del motivo compositivo di fondo: la posizione in piedi, rigidamente statica e simmetrica con le gambe inferiori divaricate lo conferma.
2) Classico (480 - 323 a.C. circa), coincide con l’età di Pericle, e con la realizzazione sull’acropoli di Atene del Partenone, viene considerata l’epoca aurea dell’arte greca. È il periodo in cui operano Policleto e Fidia, considerati i maggiori scultori della Grecia. Con loro si raggiunse in pratica quell’equilibrio della rappresentazione che sembra il coronamento del sogno greco: ottenere il pieno controllo della rappresentazione.
Policleto fu inoltre l’inventore di importanti regole (canone) che saranno di fondamento per tutta la statuaria posteriore: la posizione a chiasmo (che sostituisce finalmente la rigida simmetria della posizione stante) e la codificazione di regole, saranno essenziali per il proporzionamento della statue che raffigurano figure umane.
3) Ellenistico (323 - 200 a.C. circa), periodo che va dalla guerra del Peloponneso alla morte di Alessandro, si assiste ad una svolta significativa nella statuaria greca. È il periodo di grandi artisti quali Skopas e Lisippo. Ed è anche il periodo in cui un nuovo senso di decadenza sembra incrinare la eroica perfezione dei modelli classici. Si assiste in pratica ad una nuova ricerca in cui alla perfezione formale si coniuga la introspezione psicologica ed un maggior realismo, elemento finora assente nella statuaria greca. L'esempio del Laocoonte chiarisce le novità di questo periodo.
Questi sono i quattro artisti che approfondiamo.
Mirone scultore greco; nato (fine sec. 6º a. C.) a Eleutere, è detto anche ateniese e ad Atene dovette svolgere la sua attività. È soprattutto un bronzista e la sua opera più famosa è il Discobolo. Raffigura un atleta nell'atto di piegarsi su se stesso per far ruotare il braccio e lanciare il disco, con un ritmo complesso e un nudo assai dettagliato e incisivo. Sull'Acropoli di Atene era il gruppo bronzeo di Atena e Marsia raffigurante il momento del mito in cui Atena ha gettato a terra le tibie e l'incauto Marsia si arresta sorpreso e cupido dinanzi all'oggetto che lo attrae. Mirone fece varie statue atletiche a Olimpia e a Delfi. Rappresentò anche animali: ammirata e celebrata in tanti epigrammi era la vacca, collocata prima ad Atene poi nel Foro della Pace di Vespasiano a Roma, modellata nel bronzo con tale vivezza e naturalezza da ingannare pastori e animali. Altre figure di buoi, armenta Myronis, erano collocate dinanzi al tempio di Apollo Palatino intorno all'ara: se ne ha un ricordo figurativo in un lato della base del museo di Sorrento. Mirone appare ancora legato all'arcaismo, il suo nudo analitico è di contrazione, il suo ritmo, che a prima vista può apparire singolarmente complesso ed evoluto, è legato ancora a schemi disegnativi; ma questa sua trasposizione alla statuaria di movimenti nati nel disegno sarà feconda di risultati, e questo studio di ritmi nuovi, che lo porta a scegliere particolari soggetti e a concepire le sue figure in un movimento istantaneo e instabile, testimonia l'originalità del suo temperamento artistico. Un video ne riassume qui l'opera.
Policleto è uno scultore greco di Argo (attivo 460-420 a. C. circa). E' considerato il più grande maestro della scuola peloponnesiaca nell'età aurea dell'arte classica, e dagli scrittori antichi è spesso menzionato insieme a Fidia e a lui paragonato. Tutte le testimonianze storiche ne esaltano lo stile armonioso, la perfezione delle proporzioni, lo studio dell'anatomia umana nei numerosi capolavori, dal Doriforo al Diadumeno, dal Discoforo, al Cinisco e allo Xenocle. Le sue sculture si caratterizzano per uno studio rigoroso delle proporzioni, della simmetria, del ritmo del corpo umano, che concretizzò nelle sue opere e su cui scrisse il celebre trattato detto Canone di cui abbiamo due frammenti. Preferì il soggetto dell'atleta che gli permetteva di esprimere il suo ideale di proporzione ritmica, creando il capolavoro del Doriforo, ossia portatore di lancia, noto in più copie, nudo, con una gamba leggermente scartata. Questo ritmo gravitante, si trova in altre opere, quali il Diadumeno, cioè il giovane atleta in atto di cingere una benda, noto anch'esso in più copie, lavoro della maturità del maestro dove l'ideale della pura bellezza è portato alla massima perfezione. Approfondiamo qui l'opera di Policleto.
Prassitele scultore ateniese (sec. 4º a. C.). Tra i massimi artisti della classicità, le sue opere vennero replicate in numerosissime copie e lodate dagli autori antichi. Enorme è stata la sua influenza in tutte le epoche (in partic. nell'età ellenistica), fino al mondo contemporaneo. L'opera di più celebrata nell'antichità era l'Afrodite di Cnido (circa 360 o 340), che rese famosa l'isola che ospitò questa immagine nuda della dea, mentre Coo ne preferì un'altra vestita «più seria e pudica». La statua, che Nicomede di Bitinia non riuscì a comprare a nessun prezzo dagli abitanti di Cnido, fu distrutta in un incendio. Ne rimangono moltissime copie. Nella maturità sembra sfruttare più accentuatamente ritmi sinuosi e curveggianti, spostando la figura fuori del proprio asse per mezzo di un appoggio laterale. Questo ritmo è evidente nell'Apollo sauroctono e in Hermes con Dioniso, in atto cioè di uccidere con la freccia una lucertola che striscia sul tronco d'albero a cui il giovane dio si appoggia con il braccio sinistro alzato. Originale è ritenuto dalla maggior parte dei critici l'Ermete del museo di Olimpia, proveniente dal tempio di Era. Il dio, che è nudo, mostra il corpo giovanile mollemente sinuoso, regge con la mano sinistra appoggiata a un pilastro il piccolo Dionisio, e con la mano destra alzata cerca di distrarlo mostrandogli un grappolo d'uva. Prassitele non si muove nella sfera delle solenni divinità dell'Olimpo come Fidia e gli artisti del V sec., ma sceglie solo alcuni dèi o esseri semidivini e li riveste di una bellezza tutta umana con una intonazione già delicatamente sensuale e romantica. I ritmi prassitelici sono o di appoggio a un sostegno laterale, dando una curvatura nuova, sinuosa, alla figura, o anche, quando il sostegno manca, il corpo si flette in una molle gravitazione, si rilascia in un inerte abbandono, o si curva in una posa raccolta, spesso con la testa reclinata, rifuggendo sempre dalla linea statica e verticale. La scala ritmica si adegua cioè all intonazione e al soggetto dell'opera, come anche il nudo, che si allontana da quella salda costruzione organica del V sec., esprimente quasi sempre energia e dinamicità. Un video ne illustra l'opera.
Lisippo fu attivo nell'età di Alessandro Magno, che ritrasse in numerose opere. Fu principalmente un bronzista, ma non possediamo di lui alcun originale; il suo stile ci è noto da alcune copie. Dedicò molta attenzione ai particolari e seppe trovare un accordo armonioso tra le proporzioni del corpo e la postura, conferendo una più naturale dinamicità alla figura; mirò a riprodurre gli uomini non quali erano, ma quali apparivano all'occhio. Una delle opere più importanti di Lisippo è la statua dell'apoxyòmenos, rappresentante un atleta in atto di detergersi il sudore, opera riconosciuta in una statua marmorea, dal ritmo spaziale e dinamico, trovata in Trastevere. Trattò molti tipi di divinità olimpiche fra cui a Taranto uno Zeus colossale alto 40 cubiti, in bronzo, cui aveva opposto una colonna per frangivento dal lato più esposto. Per Rodi eseguì una quadriga bronzea di Elio. Una composizione molto celebrata, soprattutto da Callistrato, era l'allegoria del genio della Occasione (Kairòs), già prima trattata da Policleto, raffigurata come un efebo di bellissimo aspetto, ritto in punta di piedi su una sfera, alipede, con un rasoio nella mano destra: la statua che era a Sicione fu in seguito trasportata a Costantinopoli; se ne hanno riproduzioni in rilievi. Eseguì statue di atleti ad Olimpia, trattò anche i soggetti di genere, come una suonatrice di flauto ubriaca, un leone caduto, un cavallo sfrenato, una quadriga ed un ritratto di Socrate e di Alessandro Magno di cui era lo scultore ufficiale. Dette una particolare trattazione ai capelli, proporzioni piccole alle teste rispetto ai corpi slanciati e asciutti, con una fondamentale simmetria organica, con senso raffinato del particolare minuto. Profondo fu l'influsso che egli esercitò su tutta l'arte dell'ellenismo. Vediamo in video i suoi capolavori
Qui puoi seguire una videolezione introduttiva alla scultura Greca preparata dal tuo prof. di Arte.
La scultura Greca è efficacemente riassunta da questa presentazione di un gruppo di miei studenti: Ludovica Gatti, Elena Sighinolfi, Francesco Tavoni e Francesco Russo. Qui una mappa riassuntiva creata dalla mia studentessa Farhane Turia Ottimo lavoro ragazzi.
Il Museo Archeologico di Bologna offre una collezione di scultura Greca di cui consiglio la visita. I più importanti Musei al mondo di arte Greca sono il Museo Archeologico Nazionale di Atene e per qualità dei pezzi il British Museum.